L’olio al Cbd si potrà vendere, ma solo in farmacia. Resta l’incognita su farine e cosmetici

Rassegna stampa – del 25 Agosto 2023 di NADIA FERRIGO – fonte:

https://www.lastampa.it/cronaca/2023/08/25/news/lolio_al_cbd_si_potra_vendere_ma_solo_in_farmacia-13011556/

Arriva un’altra spallata del governo alla cannabis light. Federcanapa: «Decisione assurda che boicotta solo i prodotti italiani»

Ancora resistono i fiori, l’olio è bandito. Dal prossimo 22 settembre non sarà più possibile per gli smart shop vendere i prodotti “da ingerire” a base di cannabidiolo. Vietato dunque l’olio, che sarà possibile acquistare solo in farmacia, mentre per ora si può ancora vendere la cosiddetta cannabis light, cioè fiori di canapa che contengono il Cbd ma non il Thc, che è il principio attivo con effetto psicotropo. «Ringraziamo l’ex ministro Roberto Speranza – commenta Antonella Soldo, coordinatrice di Meglio Legale -. Nell’ottobre del 2020 Roberto Speranza si trovò a dover registrare il farmaco che si chiama Epidiolex e lo mise nelle tabelle dei medicinali con effetti psicotropi e stupefacenti. Tutto il settore insorse, lui sospese il decreto, ma non prese nessun altra decisione. Dopo un limbo normativo tutto all’italiana, dopo tre anni è stato attivato dal ministro della Salute Orazio Schillaci».

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«Il ministero della Salute ha riesumato un assurdo provvedimento sulla canapa emesso tre anni fa dall’allora ministro Speranza. Tanto assurdo che decise di sospenderlo a meno di un mese dalla sua emanazione» aggiunge in una nota Federcanapa. Le aziende del settore vogliono chiedere al Governo «garanzie sull’uso non solo farmacologico degli estratti di Cbd, ma per tutti gli usi consentiti dalla legge».

Il decreto pubblicato il 21 agosto in Gazzetta, prevede l’inserimento (revocando una sospensiva del precedente decreto del 2020) per uso orale ottenuto da estratti di cannabis nella tabella 2B dei medicinali stupefacenti, dichiarando in tal modo illecito ogni uso non farmacologico degli estratti di cannabis, comprese le destinazioni ammesse dalla normativa italiana ed europea sulla canapa industriale, quali ad esempio l’uso del Cbd per la preparazione di nuovi alimenti.

Federcanapa: “Così si danneggiano solo i prodotti italiani”

Che cosa vuol dire? Anche se per l’Oms come per la Corte di Giustizia dell’Unione Europea il Cbd non ha un effetto stupefacente, in Italia sarà trattato come se lo fosse. «La decisione del ministero – conclude la nota di Federcanapa – è tanto più illogica in quanto non potrà impedire la libera circolazione in Italia di alimenti e cosmetici al Cbd prodotti legalmente in altri Paesi europei ed è dest.ata a danneggiare unicamente i produttori nazionali». Insomma tutto ciò che arriva dalla canapa a basso contenuto di Thc e quindi perfettamente legale, potrebbe essere illegale. Pure i biscotti o la farina, per dire. Ma solo se prodotti in Italia, perché la stessa produzione all’estero resta invece consentita.

«Siamo l’unico paese in Europa, e forse nel mondo, che considera il Cbd, o meglio, i preparati ad uso orale di Cbd, come uno stupefacente. Decisamente un ritorno al passato» scrive su Twitter il garante del M5S Beppe Grillo, rilanciando un post sul suo blog in cui sottolinea che «ieri, con la classica manovra estiva a sorpresa, il governo ha inserito il Cbd nella lista dei medicinali estratti da sostanze stupefacenti, con inevitabili drammatiche conseguenze per la filiera agroindustriale della canapa in Italia, Cannabis Sativa L., con un fatturato annuo di circa 150 milioni di euro».

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Luca Marola, Easyjoint: “Il settore della cannabis light è stato sacrificato all’ideologia e agli interessi corporativi”

«Nel nostro Paese la furia ideologica colpisce ancora. Contro ogni evidenza scientifica, contro ogni parere autorevole, come quello dell’Organizzazione Mondiale della Santità, si trasforma per decreto legge in droga ciò che droga non è nè mai potrebbe esserla – commenta Luca Marola, pioniere della cannabis light e dirigente di Radicali Italiani -. L’inserimento del Cbd nelle tabelle dei farmaci stupefacenti è grottesco, se non criminale. Il Governo dimostra ancora una volta la sua sudditanza verso le più bieche corporazioni. Prima i balneari, poi i tassisti, ora l’industria farmaceutica e a breve, io temo, quella dei tabaccai a cui regaleranno la vendita in esclusiva della cannabis light. Un settore giovane e dinamico nato con le migliori intenzioni brutalizzato con sequestri e processi e sacrificato per gli interessi corporativi».

Si restringono le possibilità di acquistare la cannabis light: l’olio al cbd si potrà vendere solo in farmacia

Rassegna stampa del 24 AGOSTO 2023 – di Michele Bocci – fonte:

https://www.repubblica.it/cronaca/2023/08/24/news/cbd_stupefacente_decreto_cannabis_light-412114089/

I prodotti da ingerire a base del principio attivo da settembre non si potranno comprare, come oggi, in canapa shop erboristerie e tabaccai. Le proteste di Radicali, associazioni e produttori


Si restringono le possibilità di acquistare la cannabis light in Italia. E presto la sostanza potrebbe essere vietata del tutto. Dal 22 settembre, intanto, nei negozi che offrono la sostanza non si potranno più vendere i prodotti “da ingerire” a base di cannabidiolo, il cbd. Con un decreto del ministro alla Salute Orazio Schillaci, che sblocca un atto identico del predecessore Roberto Speranza congelato nel 2020, il cbd diventa infatti una sostanza stupefacente e può essere venduto soltanto in farmacia.

Resistono i fiori

Resta per ora ancora disponibile la cannabis light da fumare, cioè fiori di canapa che contengono il cbd ma non il thc, la sostanza da sempre considerata stupefacente e quindi vietata. Ma potrebbe durare poco, a breve anche le infiorescenze della cannabis leggera rischiano di essere vietate. Da anni, del resto molti esponenti della maggioranza, a partire da Matteo Salvini ma anche da Fratelli d’Italia, hanno detto di volere bloccare la cannabis light per poi rallentare

L’olio diventa come un medicinale

Intanto lo stop riguarda alla vendita senza ricetta e quindi al di fuori dalle farmacie di olio e appunto altri prodotti da ingerire a base di cbd, che erano sempre più diffusi ed utilizzati come rilassanti. Nell’atto del ministero il cannabidiolo è inserito nelle tabelle delle sostanze stupefacenti (quindi da vendere solo come farmaco) e non si danno nemmeno dosaggi minimi sotto i quali mantenere la libera vendita. Il blocco dunque è assoluto. Alla Salute si sono mossi dopo due pareri dell’Istituto superiore di sanità, uno di Aifa e uno del Consiglio superiore di sanità. L’idea è quella che non si sta vietando la sostanza ma la si sta regolamentando. Si parte dal principio che il cbd sia efficace contro alcuni problemi di salute, nel decreto si cita l’epilessia, e proprio per questo debba essere trattato come un farmaco e non venduto senza prima controlli e autorizzazioni, come se fosse un integratore.

“Per l’Oms non è uno stupefacente”

La decisione non piace ai Radicali, che vanno all’attacco: “Il provvedimento avrà certamente un grande impatto su tutte le aziende che si occupano di produzione, trasformazione e commercializzazione di estratti di canapa a base di cbd di origine naturale, perché contrariamente alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità e alle pronunce della Corte di giustizia europea, la vendita richiederà un rigoroso sistema di registrazione come un farmaco presso il ministero della Salute, una procedura assolutamente inadatta per una sostanza senza rischi, ma anzi con benefici comprovati per la salute di migliaia di persone, come il cbd”, dicono Giulia Crivellini e Federica Valcauda. Si ricorda anche che il cbd non ha proprietà stupefacenti. “Lo ha confermato molto recentemente la Commissione di esperti dell’Oms. Questa classificazione quindi non solo è priva di fondamento scientifico, ma può avere gravi ripercussioni per l’Italia sul panorama europeo ed internazionale”. Dall’associazione Aduc spiegano che “nelle farmacie italiane sono venduti diversi tipi di preparati a base di cbd a uso galenico ma il prodotto con concentrazioni inferiori è venduto anche nei canapa shop, nelle erboristerie e nei tabaccai ed è utilizzato per favorire il rilassamento, diminuire ansia e lenire dolori. Da settembre tutto ciò che contiene cbd ed è ad uso orale e non cosmetico sarà appannaggio delle aziende farmaceutiche”. Secondo Aduc bisognava prevedere che sotto una certa concentrazione di cbd, il 10%, si fosse in presenza di un integratore, come hanno deciso di fare in Francia. “Molto dipenderà da cosa accadrà in Europa, dove è in corso la valutazione dei cibi contenenti vbd all’interno dei Novel Food, come avviene in UK e in Francia. Quanto alla possibilità che le aziende si organizzino per fare ricorso al Tar, per Bulleri, «è da valutare con cautela, sicuramente è discutible l’inclusione negli stupefacenti del Cbd”.

“I prodotti di altri Paesi europei arriveranno comunque in Italia”

Federcanapa, infine, fa sapere che “valuterà nei prossimi giorni le azioni più efficaci da intraprendere con gli operatori economici del settore per ottenere dal Governo garanzie sull’uso non solo farmacologico degli estratti di cbd ma per tutti gli usi consentiti dalla legge”. Si aggiunge che anche sul piano farmacologico, “la posizione del ministero italiano è in antitesi con le decisioni assunte dalle analoghe autorità tedesche, inglesi e francesi, che hanno escluso l’assoggettabilità di medicinali anche ad alta concentrazione di cbd, tra gli stupefacenti, ed è in contrasto con la normativa comunitaria in materia di organizzazione del mercato comune e di antitrust”. La decisione del ministero “è tanto più illogica in quanto non potrà impedire la libera circolazione in Italia di alimenti e cosmetici al cbd prodotti legalmente in altri Paesi europei ed è destinata a danneggiare unicamente i produttori nazionali”.

Cannabis terapeutica, poco conosciuta e ancora troppo poco prescritta

Rassegna Stampa – 25 SETTEMBRE 2020 – di VIOLA RITA – Fonte:

https://www.repubblica.it/salute/2020/09/25/news/cannabis_terapeutica_poco_conosciuta_e_ancora_troppo_poco_prescritta-268377848/

Uno studio inglese mette in luce che anche se nel Regno Unito è legale e disponibile da un anno e mezzo, le prescrizioni sono quasi a zero. In Italia siamo più avanti ma ancora la resistenza a prescriverla è elevata. I motivi dietro alla resistenza dei medici

DA PIÙ di 10 anni in Italia i medici possono prescrivere la cannabis per uso medico per diverse patologie e condizioni cliniche. Nonostante sia trascorsa più di una decade, le prescrizioni sono ancora basse. E non è così soltanto in Italia. Uno studio condotto nel Regno Unito dall’Imperial College London e dalla London School of Economics and Drug Science mostra che qui, a distanza di 20 mesi dalla legalizzazione, le prescrizioni sono quasi a zero e i medici assumono atteggiamenti scettici. La ricerca, pubblicata su Bmj Open, indaga le cause di questa resistenza.

Nel Regno Unito

Dall’indagine inglese è emerso che migliaia di pazienti si auto-prescrivono prodotti illegali a base di cannabis ad uso medico e questo avviene, spiegano gli autori, a causa del fatto che medici e farmacisti non hanno ancora abbracciato l’opzione, nonostante molti preparati medicinali siano già disponibili per i pazienti. I ricercatori hanno analizzato i dati dell’uso della cannabis terapeutica nel Regno Unito nell’ultimo anno. Non risulta quasi nessuna prescrizione tramite il sistema sanitario e si sono registrati meno di 100 acquisti da fornitori privati, oltretutto relativi a prodotti che costano almeno 1.000 dollari al mese. Per questo molti genitori di bambini con epilessia infantile grave che non risponde ad altre terapie – che rientra fra le patologie per cui la cannabis terapeutica si è dimostrata efficace ed è autorizzata – si spostano oltreoceano per ottenere i farmaci. In più gli autori sottolineano che ci sono 1.4 milioni di utenti che acquistano prodotti a base di cannabis a uso medico sul mercato nero, con tutti i rischi del caso. Insomma, le cifre parlano chiaro e mostrano che in Inghilterra l’aggiornamento sulla cannabis terapeutica c’è stato soltanto a livello legislativo ma non nella pratica.

La situazione in Italia

L’Italia è un poco più avanti del Regno Unito. Nel nostro paese i primi cambiamenti sono avvenuti nel 2007, quando il Tetraidroccanabinolo (Thc) è stato inserito nelle sostanze stupefacenti utilizzabili per realizzare medicinali: da quell’anno è possibile importare alcuni medicinali contenenti Thc. Tuttavia, all’epoca soltanto il Thc e non la cannabis intera – che è un insieme di vari ingredienti e sostanze di cui alcune non del tutto conosciute – era utilizzabile a scopo medico. Soltanto nel 2013, infatti, è stato adottato l’utilizzo della cannabis, sempre ad uso medico, in toto, con la dicitura ‘medicinali stupefacenti di origine vegetale a base di cannabis’ (sostanze e preparazioni vegetali, inclusi estratti e tinture) nel decreto legge 23 gennaio 2013.

Preparazioni o farmaci?

Questi preparati, come sottolinea il ministero della Salute, possono essere utilizzati in vari disturbi, anche se non c’è un’indicazione medica specifica, come avviene per tutti i farmaci per una determinata patologia e condizione, per cui c’è un’indicazione e un dosaggio indicati dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). La cannabis terapeutica non è una cura per le patologie per cui si è dimostrata efficace, ma può alleviare il dolore e i sintomi associati. Le patologie sono dolore cronico, spasmi muscolari in patologie neurologiche, nella nausea e nell’anoressia associata al cancro, all’Hiv e alla chemio e radioterapia, il glaucoma e la sindrome di Tourette. “L’unico medicinale che è autorizzato dall’Aifa e disponibile sul mercato è il Sativex – spiega Gioacchino Calapai, membro della Società Italiana di Farmacologia e della Società Italiana di Tossicologia, ordinario di Farmacologia all’Università degli Studi di Messina – a base di Thc e cannabidiolo, indicato nei pazienti con spasmi muscolari dovuti a sclerosi multipla che non rispondono ad altri antispastici”.

Mentre a livello europeo, un altro farmaco, l’Epidiolex, a base di cannabidiolo, ha recentemente ricevuto l’approvazione per l’immissione in commercio da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), ma non ancora dall’Aifa, dunque non è ancora rimborsato in Italia. L’epidiolex è indicato in alcune forme epilettiche rare e gravi che non rispondono ad altri trattamenti. “La presenza di un unico medicinale con indicazioni specifiche dell’Aifa, il Sativex”, aggiunge Calapai, “è dovuta al fatto che le preparazioni a base di cannabis per uso medico sono numerosissime e la varietà delle sostanze contenute è molto variegata. Anche per questo ad oggi la cannabis terapeutica non è molto studiata all’interno delle sperimentazioni cliniche”. A parte il Sativex, dunque, i pazienti con dolore cronico e con le altre condizioni previste possono ricevere prescrizioni e sono trattati quasi esclusivamente con preparati magistrali dalle infiorescenze essiccate. “Questo elemento – sottolinea Calapai – unito alla scarsa formazione e alla disinformazione sul tema rappresenta un forte ostacolo alla prescrizione della cannabis terapeutica”.

Fra scarsa formazione e preoccupazioni

La formazione dei medici e degli operatori sanitari, infatti, non è adeguata ai tempi e alle nuove disposizioni di legge, secondo l’esperto. “Fino a pochi anni fa la formazione universitaria e post-universitaria si concentrava sui possibili danni dovuti al consumo di cannabis – fa notare Calapai – e non sull’efficacia della cannabis medica nell’alleviare il dolore e alcuni sintomi in specifiche patologie”. Questo gap di conoscenze alimenta la resistenza alla prescrizione.  “Un altro farmaco – aggiunge l’esperto – indicato in alcune forme rare e gravi di epilessia infantile, che non risponde ad altri trattamenti è l’Epidiolex, basato sul cannabidiolo, che si è rivelato efficace”.

Anche gli autori dello studio inglese su Bmj Open segnalano la preoccupazione dei medici inglesi per la mancanza di prove scientifiche a supporto dell’efficacia della cannabis terapeutica. Questo perché spesso mancano studi clinici approfonditi. Ma gli autori spiegano che se si dà voce a queste preoccupazioni non si tiene conto della presenza di varie ricerche (forse meno approfondite) che mostrano l’efficacia e un importante miglioramento dei sintomi nel caso di persone con malattie in cui le altre terapie non funzionano o non sono tollerate. Insomma, secondo i ricercatori inglesi, l’idea che si possa procedere soltanto in presenza di studi clinici deve essere messa da parte in favore di un approccio maggiormente centrato sul paziente, anche considerando che le stesse Food and Drug Administration (Fda) statunitense e l’Ema europea hanno approvato circa 50 medicinali, dal 1999 al 2014, in assenza di questi specifici studi clinici.

L’Onu: “Via la cannabis dalla lista delle sostanze dannose”

Rassegna Stampa – 24 LUGLIO 2023 –  Fonte:

https://www.repubblica.it/salute/2020/12/02/news/onu_via_cannabis_dalla_lista_delle_sostanze_dannose_-276747022/#:~:text=Le%20Nazioni%20Unite%20questa%20mattina,per%20la%20politica%20sulle%20droghe.

Le Nazioni Unite hanno riconosciuto ufficialmente le sue proprietà medicinali 

Le Nazioni Unite questa mattina hanno riconosciuto ufficialmente le proprietà medicinali della cannabis in un voto espresso a Vienna dagli Stati Membri nel corso della Commissione droghe delle Nazioni unite (Cnd), l’organo esecutivo per la politica sulle droghe.

In agenda c’era il voto su sei raccomandazioni che l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (Oms), ha adottato qualche anno fa e che volevano ricollocare la cannabis all’interno delle quattro tabelle che dal 1961 classificano piante e derivati psicoattivi a seconda della loro pericolosita’. La cannabis viene quindi tolta dalla tabella 4, quelle delle sostanze ritenute piu’ pericolose in virtu’ dei suoi impieghi terapeutici. Da notare che l’Ungheria ha votato contrariamente alla posizione comune dell’Ue.

“La decisione di oggi toglie gli ostacoli del controllo internazionale, imposti dal 1961 dalla Convenzione unica sulle sostanze narcotiche, alla produzione della cannabis per fini medico-scientifici”, ha detto Marco Perduca, che per l’Associazione Luca Coscioni, attiva a livello internazionale a tutela del diritto alla scienza e alla salute, coordina la campagna ‘Legalizziamo!’.
Perduca ha aggiunto che il voto e’ importante “anche perche’ le raccomandazioni dell’Oms erano state elaborate sulla base della letteratura scientifica prodotta negli anni, in condizioni molto difficili”.

 “Finalmente la scienza diventa un elemento fondamentale per aggiornare decisioni di portata globale, come quelle delle Convenzioni nu sulle droghe, non solo ai mutati scenari sociali e culturali ma anche alla luce del progresso scientifico”, aggiunge Perduca.

Dei 53 Stati quasi tutti quelli appartenenti all’Unione Europea – ad eccezione dell’Ungheria – e alle Americhe hanno votato a favore, compresa l’Italia, raggiungendo la maggioranza di un solo voto, a quota 27. Gran parte dei paesi asiatici e africani, invece, si sono opposti. Questo cambiamento facilitera’ la ricerca scientifica sulla la cannabis, nota per i benefici nella cura del morbo di Parkinson, della sclerosi, dell’epilessia, del dolore cronico e del cancro.

L’Onu ha riconosciuto le proprietà terapeutiche della cannabis. Cosa accade ora?

Rassegna Stampa – 24 LUGLIO 2023 –  Fonte:

https://www.ilsole24ore.com/art/l-onu-ha-riconosciuto-proprie-terapeutiche-cannabis-cosa-accade-ora–ADp0vB6

Dopo 60 anni la cannabis esce dalla tabella Onu degli stupefacenti.

Va in fumo l’ultimo pregiudizio sulla sostanza più discussa di sempre. Sono state riconosciute le proprietà mediche della cannabis che ora non fa più parte delle sostanze ritenute pericolose. La Commissione delle Nazioni Unite sugli Stupefacenti si è riunita per votare una serie di misure proposte dall’Organizzazione mondiale della sanità sulla riforma internazionale della cannabis. In particolare è stata decisa la declassificazione della sostanza dalla tabella nella quale si trovano sostanze come eroina e cocaina riconoscendone il valore terapeutico. L’Unione europea ha votato compatta.

Cosa è accaduto.  

Era da 59 anni che non venivano prese decisioni di questa portata sulla tossicità delle sostanze. Sono state cambiate le quattro tabelle che dal 1961 classificano piante e derivati psicoattivi a seconda della loro pericolosità. Secondo gran parte della comunità scientifica la cannabis a scopo terapeutico ha molteplici benefici sul sistema nervoso e viene oggi usata per il trattamento di diverse malattie, come il Parkinson, la sclerosi, l’epilessia, il dolore cronico e i tumori. Ricordiamo che da una decina di anni nel nostro Paese è consentito il ricorso alla cannabis terapeutica se in possesso di regolare prescrizione medica. La decisione sicuramente spingerà .Secondo il report Estimated World Requirements of Narcotic Drugs 2020 dell’International Narcotics Control Board, l’Italia avrrebbe un fabbisogno di 1.950 kg all’anno di cannabis medica. Solo una piccola parte di questo fabbisogno è soddisfatto da produzione nazionale, il resto viene importato principalmente dall’Olanda.

Cosa accadrà.

La notizia era nell’aria. Già ieri il Marijuana Index, l’indice che raccoglie le società Usa attive in questo business era in deciso rialzo. Tuttavia, ad oggi, nella maggior parte del mondo, possedere e consumare marijuana è illegale. Le legislazioni, però, sono diverse da Paese a Paese. In generale, i Paesi asiatici e quelli europei sono i meno tolleranti. Il primo Paese al mondo ad aver legalizzato la cannabis è stato l’Uruguay dal dicembre del 2013. Negli Stati Uniti, invece, Colorado e California hanno scelto con modalità diverse la strada della legalizzazione. In Europa la marijuana è illegale (con depenalizzazioni variabili sul possesso) in Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Irlanda, Grecia e Finlandia. La pena su possesso, vendita, trasporto e coltivazione è stata revocata solo in Olanda. In Spagna, invece, è possibile coltivare o consumare cannabis, ma solo nelle mura domestiche. Insomma, difficilmente il voto all’Onu non avrà un impatto immediato. I Governi possono decidere come classificare la cannabis e quindi nel breve al massimo assisteremo alla ripresa di un dibattito che dura da decenni. La decisione tuttavia è positiva perché  riconosce finalmente gli effetti positivi della sostanza sui pazienti e a incentivare la ricerca medica.

FdI vuole vietare la cannabis light: “Non ha effetti psicotropi, ma avvicina i giovani alla droga”

Rassegna Stampa – 05 MARZO 2023 – di Lorenzo De Cicco – Fonte:

https://www.repubblica.it/politica/2023/03/05/news/fdi_proposta_di_legge_proibire_cannabis_legale-390662153/?ref=drla-f-2

FdI vuole vietare la cannabis light: "Non ha effetti psicotropi, ma avvicina i giovani alla droga"

La proposta dei meloniani in Senato: equiparare la vendita di canapa oggi legale al “traffico illecito di sostanze stupefacenti”

Nessuno tocchi il vino, ma la cannabis leggera sì. Fratelli d’Italia, che col ministro Francesco Lollobrigida in Ue porta avanti la crociata per scongiurare le etichette sanitarie sulle bottiglie di alcolici, vuole mettere al bando la canapa legale “per uso ricreativo”. Perché “è grazie a questo nuovo business – sostengono i meloniani – che molte persone si avvicinano alla marijuana”. La proposta di legge è già stata protocollata in Senato, e sta marciando di pari passo col provvedimento allo studio del ministro della Salute Orazio Schillaci, che vieterebbe le sigarette, sia tradizionali che elettroniche, anche all’aperto. In calce al ddl anti-canapa c’è la firma di una dozzina di parlamentari: da Antonio Iannone, tesoriere del gruppo di FdI a Palazzo Madama, alla vice-capogruppo Antonella Zedda, alla senatrice Domenica Spinelli (in questo caso non vale il detto latino: nomen omen).

Nel mirino c’è la cosiddetta cannabis leggera, permessa in Italia dalla fine del 2016, governo Renzi, attraverso una legge che ha consentito la coltivazione e il commercio di prodotti con un contenuto di THC, uno dei maggiori principi attivi, entro il limite dello 0,6%. La legge del 2016, pensata per favorire la produzione di canapa, fissava alcune destinazioni d’uso – alimenti e cosmetici, semilavorati per applicazioni industriali, prodotti per la bioedilizia e così via – senza in realtà menzionare lo smercio per uso ricreativo. Che però, non essendo vietato, ha preso comunque piede, spesso con qualche stratagemma, per esempio la vendita delle infiorescenze sottoforma di deodoranti o di prodotti da collezione.

Ora il partito della premier chiede lo stop. Anche se la cannabis leggera, come ammettono gli stessi firmatari di FdI, “non ha effetti psicotropi, creati da alti livelli di THC”. Ma, si legge sempre nella proposta di legge, “il limite previsto dalle norme potrebbe produrre ugualmente effetti psicotropi, semplicemente aumentando la dose dei prodotti consumati”. Insomma, visto che un uso smodato di cannabis legale potrebbe far male, meglio vietare il prodotto tout court. Principio che per i meloniani non vale quando si parla di vino, dato che il ministro Lollobrigida, proprio per contrastare le etichette che vorrebbero imporre in Irlanda, sosteneva: l’abuso è dannoso, ma un uso moderato è positivo.

Non vale per la canapa. L’approccio, spulciando il testo, sembra ideologico. Al centro del bersaglio c’è un “nuovo fenomeno che rischia di portare a uno sdoganamento e a una banalizzazione del rischio che il consumo di cannabis porta con sé, e l’effetto può essere dirompente soprattutto sui più giovani”, scrivono i senatori di FdI. E ancora: “Stiamo assistendo a un vero e proprio primo approccio alla legalizzazione della cannabis in Italia, che riveste aspetti sociali non trascurabili e che si sta affermando soprattutto grazie a un vuoto normativo”. Ecco la soluzione, allora: “equiparare” la vendita di canapa leggera al reato di “produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti”.

LA POLIZIA POLITICA APPLICA LA STRATEGIA DEL TERRORE A CANAPA MUNDI

Rassegna stampa – By Franco Casalone (Presidente Onorario Alma Star) – 25 Febbraio 2023

Lettera agli operatori del mondo della CANNABIS e del mondo Associativo per l’aiuto ai malati Cannabici ed a tutti i sostenitori e amici dell’associazione “Alma Star” e della vituperata pianta.

Ho partecipato a numerose fiere in Europa per tanti anni, e, come visitatore, a fiere e mercati un po’ ovunque… non ho mai visto, ne sentito, di controlli fatti in contemporanea da più corpi di forze dell’”ordine ”(nemmeno per l’omicidio di Aldo Moro sono arrivati tutti assieme, polizia ,carabinieri e finanza…). In qualunque fiera, per rispetto dei visitatori e del lavoro degli standisti presenti, per controlli arrivano in due, in borghese e non in divisa,  e uno controlla le scartoffie, ed eventualmente prende campioni da analizzare, e l’altro controlla l’andamento esterno allo stand.

L’aggressione (politica, voluta dall’”alto”, per ammissione degli stessi partecipanti all’azione) si è protratta per tutti e tre i giorni della fiera, con modi sempre più intimidatori.

Dal primo giorno di controlli mattutini, che però si sono protratti per diverse ore in un solo stand (con chiaro fastidio dei visitatori che non potevano avvicinarsi ed un enorme danno per la ditta coinvolta),

all’azione congiunta di sabato, dove in contemporanea hanno fatto irruzione squadre di poliziotti, carabinieri e finanzieri in divisa  (e alti funzionari in borghese). Una squadra si è precipitata verso lo stand delle associazioni congiunte dei malati (che due giorni prima avevano osato manifestare davanti ail parlamento…) e, con modi intimidatori e senza rispetto delle condizioni di invalidità di molti dei presenti hanno prelevato campioni dei gadget esposti. Altre squadre hanno cominciato lo stesso lavoro con altri standisti. In quel momento, sabato pomeriggio, la fiera era piena di visitatori sorridenti e l’umore generale era, per tutti, positivo… improvvisamente c’è stata una ventata di paura, di rabbia e di delusione verso uno Stato che invece di tutelare il lavoro ed il benessere dei suoi cittadini li soffoca e li zittisce se non accettano le bugie anacronistiche che continua a propugnarci. E la fiera si è vuotata dai visitatori in pochi minuti.

La domenica mattina, in assenza di visitatori e standisti, gli aggressori si sono presentati con cani ed hanno cominciato a rovistare nello stand delle associazioni dei malati, senza nessuno degli ultimi presente, senza un avvocato, e senza un responsabile dello stand presente! Lo stand, in quel momento, è di chi lo paga, ed è previsto un testimone responsabile in caso di controllo senza i diretti interessati, per loro tutela (qualcuno potrebbe buttare in una scatola qualcosa di illecito, o pericoloso…) Hanno sequestrato tutto con la scusa che “probabilmente uno dei campioni sfora i limiti di THC”!!! Probabilmente non vuol dire nulla!

Hanno portato in questura due ragazzi per meno di un grammo di fumo Per terra, sul pavimento del loro furgone) e li hanno imputati di spaccio (art.73)!

La fiera può essere stata un successo per la quantità di visitatori, di informazioni, per la continuazione di una battaglia per affermare la veritá riguardo alla nostra amata pianta, ma la delusione verso un sistema politico che continua a considerarci criminali, quando cerchiamo il bene per le persone e per il Pianeta, è grande. La volontà becera di una classe politica ottusa, di ignorare l’evidenza, di ignorare la Scienza (che per altri temi osannano), di ignorare i loro doveri verso i cittadini, rende sempre più difficile poter lavorare e vivere in questo Paese.

Chi ha ancora la lucidità di poter essere critico verso un’informazione che si è dimostrata menzognera, di parte per difendere interessi privati (vedi la storia del tabacco…), diventa nemico pericoloso per un sistema che difende questi interessi privati. Da zittire, spaventare ed eliminare.

Un secolo fa sono state promulgate le leggi razziali contro gli ebrei… dagli eredi esponenti di un simile modo di concepire il mondo adesso si comincia a soffocare il dissenso… a Firenze , negli stessi giorni dell’aggressione (psicologica, per carità) alla fiera, una ragazza è stata picchiata selvaggiamente dai giovani dello stesso partito che ci sta governando… anche le “camice nere” non ammettevano il dissenso!

Buona fortuna a tutti

Franco

Polizia intensifica i controlli al festival della canapa libera, gli organizzatori non ci stanno: “Chiaro segnale politico”

Rassegna Stampa – di Andrea Ossino -20 FEBBRAIO 2023 – Fonte:

https://roma.repubblica.it/cronaca/2023/02/20/news/canapa_mundi_fiera_maxi_operazione_polizia_intimidazione_senza_precedenti-388635718/

Prelevati oltre 500 campioni, una sola sanzione comminata. Analisi ancora in corso

Tre giorni di appuntamenti per scoprire i nuovi orizzonti della canapa. Tre giorni di controlli interforze su un evento giunto ormai all’VIII edizione, il Canapa Mundi. Organizzatori del festival e Radicali romani leggono “un chiaro segnale politico” dietro la particolare attenzione riservata dalle forze dell’ordine a commercianti e produttori riuniti per raccontare il mondo della canapa.

Un dato è certo: poliziotti, carabinieri e finanzieri per tre giorni hanno fatto visita allo spazio di 11 mila metri quadri che, alla Fiera di Roma, ospita 250 brand e 25 mila persone, ma le irregolarità rilevate sono state pochissime.

“Hanno prelevato oltre 500 campioni da analizzare e al momento hanno fatto una sola sanzione perché due campioni erano leggermente sopra la media, ma di una quantità irrilevante”, spiega Gennaro Maulucci, fondatore e organizzatore del festival, riferendosi alle quantità di Thc (uno dei più noti principi attivi della cannabis) che oltre una certa soglia è considerato illegale. In realtà le analisi sono ancora in corso e al momento sarebbero 5 i campioni sopra il limite consentito. Poco cambia.

“I controlli ci sono sempre stati, è un evento pubblico ed è giusto – dice il collega Luca Marino – ma questo livello di attenzione no, ci ha fatto capire che sono direttive che vengono dall’alto. È un accanimento su una fiera internazionale che va avanti dal 2015 rispettando le regole”, continua.

Anche al comitato sicurezza del Comune si sarebbe parlato dei controlli sull’evento dove si promuovono cultura, biodiversità, sostenibilità, cibo, benessere e tutto ciò che ruota intorno alla canapa anche nel settore tessile e nell’edilizia.

“Solitamente i controlli sono più discreti – spiega Maulucci – in questo caso si è trattato di una presenza invasiva che ha solo creato disagio. Si tratta di un settore in crescita dove gli operatori hanno tre giorni per farsi conoscere. Hanno fatto i controlli per tre giorni e negli orari di punta, quando c’era la massima affluenza. Nonostante ciò la fiera è andata molto bene”. L’evento è riuscito ma il clima non è dei migliori.

“Si tratta, evidentemente, di un accanimento mirato e intimidatorio senza precedenti, che danneggia le aziende italiane e dunque nuoce alla nostra economia”, denuncia Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma ricordando i numeri del settore: 3 mila aziende attive, un indotto di circa 12 mila lavoratori, con un’età media sotto i 35 anni, “che rende il settore economico della canapa uno dei più giovani”. Senza contare migliaia di negozi e il commercio via web di canapa e derivati.

“Non si può non prendere atto del cambio di clima che c’è stato nel nostro paese dopo l’insediamento del governo Meloni: un clima che, sulla base di posizioni ideologiche e istanze antiscientifiche, finisce per penalizzare maldestramente attività che meriterebbero ben altra attenzione”.

Dal primo anno Canapa Mundi ha quintuplicato lo spazio a disposizione degli espositori, quintuplicato il numero dei visitatori e decuplicato gli eventi culturali. E a quanto pare anche i controlli sono triplicati. Il concetto, per gli organizzatori, è chiaro: “Questo è un segnale politico e lo recepiamo forte”.

Canapa Mundi, una fiera assediata dai controlli di polizia

PIANTA SOTTO ATTACCO – Rassegna stampa 28 FEBBRAIO 2023 – Fonte

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/02/28/canapa-mundi-una-fiera-assediata-dai-controlli-di-polizia/7080054/

Canapa Mundi, una fiera assediata dai controlli di polizia
“In tutte le edizioni passate ci sono stati controlli accurati, e tutti gli anni le forze dell’ordine si sono complimentate per la precisione e lo svolgimento pacifico del loro lavoro e della manifestazione. Non hanno mai trovato irregolarità amministrative o penali”

DI GENNARO MAULUCCI (FONDATORE E ORGANIZZATORE DI CANAPA MUNDI)

L’8^ Edizione di Canapa Mundi si è conclusa la scorsa domenica. Una Fiera Internazionale dedicata ad una pianta la cui produzione ha rappresentato un fiorente mercato che gli è valso il posto di secondo paese mondiale per la produzione, la qualità e la vendita della sua fibra tessile fino al 1939, anno in cui l’Italia aderì al testo di legge proibizionista noto come “Marijuana Tax Act” con il quale gli Stati Uniti d’America hanno messo al bando la coltivazione di questa versatile pianta.

Oggi Canapa Mundi rappresenta un segmento di mercato in continua crescita, nato nei primi anni duemila, che trova il suo massimo sviluppo con l’avvento del fenomeno cannabis light, per effetto della legge 2 dicembre 2016, n. 242 con la quale l’Italia si è adeguata alla normativa europea. Un mercato che coinvolge nel nostro paese circa 3000 aziende da cui dipendono 12.000 posti di lavoro diretti, senza contare l’indotto, formato per lo più da aziende giovani e dinamiche impegnate in vari settori che vanno dalla produzione di macchinari e nuove tecnologie come le apparecchiature elettromedicali, le cartucce per stampanti 3D, la plastica in polimeri di canapa, fino ai prodotti alimentari, cosmetici, tessili, per la bio-edilizia, per la coltivazione organica o per quella fuori suolo, solo per citarne alcuni.

Del resto parliamo di una pianta nota fin dall’antichità per gli innumerevoli campi di applicazione e che oggi come non mai, dovremmo considerare nostra alleata nell’ampio dibattito che ruota intorno alla necessità di una transizione ecologica.

Si pensi, solo per fare un esempio, al dissesto idrogeologico causato dall’abbattimento di alberi per la produzione di carta o legnami per la costruzione, materiali realizzabili con una pianta, la canapa, che a differenza degli alberi non impiega 50 anni per crescere nuovamente e che, rispetto alla coltura di altre piante, come il cotone, richiede pochissimo consumo di acqua e nessun tipo di pesticida. Senza parlare dei benefici apportati dall’uso della canapa in campo alimentare e medico: i semi di canapa sono noti per essere ricchissimi di acidi grassi omega 3 e 6 e numerose vitamine del gruppo B, ricca anche di sali minerali, in particolare zinco, ferro e magnesio, si rivela un’ottima fonte di proteine, 100 gr di canapa apporta circa 30 gr di proteine ed ha un contenuto di fibre pari a 10 gr ogni 100. Sempre più spesso i medici consigliano l’uso di olio di canapa ai pazienti con malattie cardio-circolatorie e come ben sappiamo, oggi, il mondo scientifico internazionale è concorde sull’utilità della cannabis a scopo terapeutico contro numerose patologie.

Anche in Italia dal 2006 la legge ne consente la prescrizione medica, purtroppo, nonostante la legge n. 172 del 4 dicembre 2017 preveda che tutte le regioni italiane debbano prescrivere la cannabis in regime mutuabile, quindi a carico del servizio sanitario nazionale, nella pratica, la maggior parte dei pazienti è costretta a pagarla di tasca propria, affrontando costi paradossalmente più elevati di quelli offerti dal “mercato nero”.

In questo contesto contraddittorio e contorto, la fiera Canapa Mundi è riuscita ad arrivare alla sua 8° edizione. Se nelle precedenti edizioni i controlli delle forze dell’ordine non sono mancati, quest’anno si è trattato di una vera e propria caccia alle streghe, qualcuno ha deciso che i controlli dovevano essere muscolari, quotidiani e in divisa, con una squadra interforze tra carabinieri, polizia, finanza, dogana, nas. I controlli durante le tre giornate, sono risultati approfonditi, serrati, al limite dell’accanimento e nei momenti di maggior afflusso di persone creando davvero problemi a chi stava lavorando.

In tutte le edizioni passate ci sono stati controlli accurati, sono venuti sempre Carabinieri, Finanza, Nas, dogana, e sempre con un grado di discrezione normale per i controlli in un evento del genere, sempre in borghese per non dare nell’occhio e tutti gli anni le forze dell’ordine si sono complimentate per la precisione e lo svolgimento pacifico del loro lavoro e della manifestazione. Non hanno mai trovato irregolarità amministrative o penali.

Un’economia composta da aziende moderne ed ecologiche, un’economia in crescita. In un mondo giusto queste aziende dovrebbero essere sostenute per accrescere il benessere e l’economia del paese invece sono oggetto di forti limitazioni e vessate da controlli eccessivi a volte al limite della persecuzione.

Qualche esempio: le loro pagine social vengono continuamente “segnalate” e periodicamente cancellate, senza troppe spiegazioni. Gli vengono negati i servizi di pagamento con carta, senza nessuna motivazione considerato che sono aziende che operano totalmente nella legalità, le più controllate di tutto il paese, non c’è un settore economico più controllato. Non possono fare pubblicità sui social. Canapa Mundi ad esempio si è vista rifiutare l’acquisto di spazi pubblicitari su radio nazionali, su alcuni giornali, ha subito denunce da parte di parlamentari, interrogazioni parlamentari, diffide. Tutte azioni inutili, senza fondamento giuridico atte solo a disturbare e intralciare aziende che pagano le tasse, hanno dipendenti, creano economia.

Un idea di cosa sarebbe potuto essere senza questo tipo di azioni istituzionali ce la possiamo fare guardando come è andata in Spagna dove il fenomeno nasce insieme all’Italia nei primi anni duemila. La differenza è che i nostri colleghi spagnoli non hanno mai subito nessun tipo di vessazione e il mercato si è sviluppato fino a creare aziende milionarie, migliaia di negozi e posti di lavoro che superano le duecentomila unità. La Fiera del settore tra le più grandi del mondo a Barcellona.

Ci chiediamo dunque chi abbia deciso di eseguire questi interventi invasivi in una Fiera Internazionale e con quale giustificazione considerate le sette edizioni precedenti svolte senza nessuna anomalia nonostante i controlli accurati. Ci chiediamo perché dobbiamo essere cosi penalizzati rispetto ad altre Fiere.

La cannabis aiuta le donne ad avere orgasmi multipli

Rassegna Stampa 30 GENNAIO 2023 – Fonte:

https://www.repubblica.it/salute/2023/01/30/news/sesso_orgasmo_cannabis-385698078/?ref=RHLF-BG-P9-S1-T1

La struttura chimica del THC influenza le aree del cervello legate al piacere. Le conclusioni di uno studio della East Carolina University e della North Carolina State University

La cannabis potrebbe essere la chiave che le donne possono utilizzare per raggiungere l’orgasmo multiplo. Questi, in estrema sintesi, i risultati di uno studio condotto dalla East Carolina University e dalla North Carolina State University, e pubblicati sul Journal of Cannabis Research. I ricercatori ritengono che fumare cannabis prima di un rapporto sessuale o della masturbazione favorisce il rilassamento delle donne e aumenta il desiderio.
Una cura per le disfunzioni sessuali?
Questo significa che la cannabis potrebbe essere utilizzata per il trattamento di disfunzioni sessuali. Lo studio ha coinvolto centinaia di partecipanti, il 70 per cento dei quali, sia uomini che donne, ha riportato un aumento della soddisfazione sessuale dopo l’uso di cannabis. I ricercatori ipotizzano che il rilassamento sia dovuto al THC, uno dei principi attivi della pianta di cannabis più conosciuti.
Agisce sul cervello
La struttura chimica del THC è simile all’anandamide (composto chimico prodotto dal nostro organismo) del cervello, ha proprietà molto simili a quelle del THC, che agisce come un neurotrasmettitore, inviando messaggi chimici tra le cellule in tutto il sistema nervoso. Questi neurotrasmettitori influenzano le aree del cervello legate al piacere, alla memoria, alla concentrazione, al movimento e alla percezione sensoriale e del tempo. Il THC viene riconosciuto dall’organismo e può alterare la normale comunicazione cerebrale.
L’orgasmo
“Nel complesso, l’uso della cannabis tende ad avere un’influenza positiva sul funzionamento sessuale e sulla soddisfazione percepita degli individui, nonostante il sesso o l’età, e la cannabis potrebbe aiutare a ridurre le disparità di genere nel piacere sessuale – spiegano i ricercatori – . Mentre più del 90 per cento degli uomini riferisce di provare di solito l’orgasmo durante il sesso – continuano gli studiosi – meno del 50 per cento delle donne sperimenta regolarmente l’orgasmo durante il rapporto e solo il 6 per cento ha riferito di provare sempre un orgasmo durante il sesso”.
Lo studio ha anche esaminato se la cannabis può aumentare il tatto, il gusto e l’olfatto, sensi che possono “creare” o “distruggere” incontri sessuali. Oltre il 70 percento dei partecipanti ha riportato che dopo la cannabis il tatto e il gusto si intensificano e questo potrebbe aumentare la soddisfazione sessuale generale perchè i due sensi sono parti importanti durante il rapporto. E lo sono ancora di più per le donne.