Cannabis. Il futuro sarà verde canapa?

Rassegna Stampa 21 AGOSTO 2020 – Sara Cariglia – Fonte:

https://www.repubblica.it/green-and-blue/2020/08/21/news/cannabis_il_futuro_sara_verde_canapa_-267525109/

È un cult delle erbe. Fior di cultori la considerano il maiale vegetale per antonomasia, perché non c’è pianta più adatta della marijuana ad essere utilizzata e riutilizzata in ogni sua parte

È un cult delle erbe. Fior di cultori la considerano il maiale vegetale per antonomasia e non perché licenziosa, slanciata o baciata dal sole, ma perché non c’è pianta più adatta della marijuana ad essere utilizzata e riutilizzata in ogni sua parte: «Oltre a non produrre rifiuti è una risorsa rinnovabile inesauribile. È un seme che spunta dalla terra e punta il cielo, urlando a tutti nel silenzio complice della natura, che il futuro può essere finalmente verde canapa». Ad affermarlo non è Pablo Escobar, ma Mario Catania, una delle figure più autorevoli in Italia sull’argomento. Le pagine del suo libro profumano ancora d’inchiostro. Cannabis. Il futuro verde canapa (edizioni Diarkos), sta appassionando, infatti, orde di rotocalchi; ragion per cui l’esperto cannabico desidera lanciare un ”dispaccio« dai toni utilmente distensivi: «Non voglio che passi il messaggio che la canapa sia la panacea di tutti i mali o che ”ammazzarsi« di canne faccia bene, però mi sono reso conto che è una delle migliori armi che abbiamo per combattere l’inquinamento, come pure un’ottima base di partenza per ripensare gli effetti dell’uomo sul clima. È l’esemplificazione della green economy, poiché si inserisce perfettamente nei meccanismi dell’economia circolare».

In tempi difficili come i nostri, la cosiddetta erba, pare faccia persino scuola di resilienza, dice piccato Catania: «Lei, che si è adattata a crescere ad ogni latitudine con poca acqua e poche attenzioni, tacciata durante il regime come ”nemica della razza« e ”droga dei negri«, ha superato illesa ottanta anni di becero proibizionismo e una rivoluzione industriale che ha provato a rimpiazzarla con i derivati del petrolio, con il cemento, con i farmaci di sintesi e le merendine ipocaloriche, con la conclusione che è ritornata più risoluta di prima».

La pianta delle meraviglie, mescolata ad acqua e calce, pare stia partorendo modelli alternativi all’edilizia tradizionale: «Parliamo di case biodegradabili ad alta efficienza energetica, molto spesso a bolletta zero, inattaccabili da batteri, muffe e roditori, quindi in grado di vivere per millenni. Una testimonial d’eccezione è Casa di Luce, il complesso abitativo di canapa più grande d’Europa. È stato costruito tre anni fa a Bisceglie con bio-mattoni prodotti dall’azienda italiana Equilibrium, un’impresa che sta lavorando in Svezia all’ashram di un santone indiano».

Ad ogni modo, stando a quanto dice il giornalista green, tutta la filiera di produzione di canapa e calce per bioedilizia è sacra: «Essendo carbon negative è l’unica a togliere dall’ambiente più CO2 di quanta ne immetta. Mentre l’edilizia tradizionale uccide a livello globale il 30/40 per cento delle emissioni di anidride carbonica, un metro quadro di tale muratura cattura dall’aria dai 20 ai 60 kg di biossido di carbonio. Non male se si pensa che negli ultimi tempi i livelli atmosferici di CO2 sono i più alti degli ultimi 800mila anni» prosegue il ”guru« della ganja.

Tuttavia, a ragionare sui problemi dovuti all’emissione di CO2, è pure l’industria dell’auto, «la più inquinante e redditizia del pianeta». La pianta dai mille usi sta infatti facendosi strada anche in questo settore, informa Catania: «Di recente Porsche ha creato la prima macchina da corsa con componenti in canapa e lino; ciò nonostante il vero apripista fu Henry Ford, quando nel 1942 presentò al mondo la sua Hemp Body Car realizzata in soia e canapa, alimentata a etanolo, ottenuto dalla marijuana, che di lì a poco sarebbe stata messa fuorilegge».

Lo specialista pro-cannabis enumera ora i moltissimi altri impieghi della morigerata ”pianta dei miracoli«: «Se solo imparassimo a coltivarla andremmo ad attivare un processo di fitobonifica che permetterebbe di estrarre dal terreno componenti inquinanti come i metalli pesanti; potrebbe persino sostituire carbone e petrolio, nonché rimpiazzare con la bio-plastica di canapa gli otto milioni di tonnellate di plastiche tradizionali che ogni anno finiscono nei mari e che ci mettono 450 anni a degradarsi».

Insomma, in questa conversione laica nel segno della sostenibilità ambientale, la pianta di ”Maria« pare sia tornata per restare. Anche in campo tessile: «Il cotone è tra le principali cause d’inquinamento ambientale in termini di rilascio di pesticidi e insetticidi, per non parlare dell’enorme consumo di acqua che la sua lavorazione comporta: per produrre un paio di jeans servono 20 mila litri d’acqua. È vero, oggi la canapa la importiamo dall’estero, ma se non ci saranno intoppi, sarà di nuovo disponibile anche in Italia dopo una pausa durata quasi settant’anni. Pensare che in Europa potremmo averne delle praterie. Se venisse legalizzata, entro il 2028, il suo mercato si aggirerebbe attorno ai 120miliardi di euro» conclude Catania. «Quindi lunga vita alla cannabis. Senza di lei e la sua fibra straordinariamente resistente, Cristoforo Colombo, le Americhe, probabilmente non le avrebbe mai scoperte!».

Il ritorno della canapa: dai fiori alle fibre, ecco perché è amica dell’ambiente

Articoli da Rassegne Stampa 04 MARZO 2021 – Fonte:

https://www.repubblica.it/green-and-blue/2021/03/04/news/il_ritorno_della_canapa-290134341/

di Daniele Di Stefano

Cannabis sativa (foto: Gerard Julien/Afp via Getty Images) 

Dopo il crollo negli anni ’70, oggi i terreni coltivati a cannabis sativa sono aumentati di dieci volte in cinque anni superando i 4000 ettari. Considerata un investimento rischioso, la coltura è invece sostenibile. E i suoi usi, grazie a fibre e fiori, vanno dal tessile all’edilizia e alla cosmesi

Eravamo una superpotenza. Il secondo produttore mondiale di cannabis sativa (canapa) dopo l’Urss. Negli anni ‘30 i campi di canapa in Italia occupavano 85 mila ettari e rendevano 1 milione di tonnellate di fibre. Non immaginate però i contadini che dopo il raccolto si riunivano intorno al fuoco per passarsi uno spinello: niente in contrario, sia chiaro, ma parliamo di canapa per uso tessile. E da qui in avanti scrivendo di canapa faremo sempre riferimento ad una delle 75 varietà autorizzate dall’Europa, tutte con un contenuto di tetraidrocannabinolo (THC, la sostanza psicotropa nei fiori della cannabis) inferiore allo 0,2%, che non le rende quindi sostanze stupefacenti.
 

Il primato italiano della canapa sbiadisce con il tempo. Negli anni ‘50 arriva la concorrenza delle fibre sintetiche e i nostri produttori perdono il treno dell’innovazione, restando legati a metodi tradizionali, poco efficienti e molto faticosi per i lavoratori. Così negli anni ‘70 di quello che chiamavano “l‘oro verde” non rimanevano che 900 ettari.

LA CANAPA NELLA STORIA. In pochissimi abbiamo visto dal vivo una pianta di canapa – anche se probabilmente quasi tutti se ne incrociassimo una, con le famose foglioline verdi seghettate a forma di lancia, la riconosceremmo, grazie soprattutto al lavoro di acculturazione iconografica svolto delle campagne antiproibizioniste. La canapa è probabilmente la più antica pianta da fibra coltivata dall’uomo. Di canapa scriveva Erodoto nel V sec. avanti Cristo. Di canapa erano fatti i cordami e le vele delle navi romane. Gli scarti dei tessuti di canapa servivano per fare la carta: la gran parte delle copie della Bibbia di Gutenberg furono stampate su carta di canapa, peraltro importata dal nostro Paese, e su carta di canapa erano vergate le bozze della dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti. Alcune delle opere più famose della storia dell’arte mondiale sono state dipinte su tele di canapa – e non è un caso se l’inglese canvas, appunto tela, deriva dal latino cannabis. Cambiando registro, ricordiamo anche che il padre dei jeans, Levi Strauss, commerciava tessuti in canapa. Insomma, parliamo di una pianta che, anche se lo abbiamo dimenticato, è parte della nostra storia.

CBD e Sesso – il CBD Può Migliorare la Sfera Sessuale

L’olio di CBD aiuta nelle prestazioni sessuali?

I ricercatori hanno scoperto la presenza del sistema endocannabinoide negli apparati riproduttori sia degli uomini che delle donne. Il CBD si interfaccia con questo sistema, come anche col sistema serotoninergico, un modulatore del desiderio sessuale.

Usare la cannabis può migliorare e rendere più intensa la tua vita sessuale. Il CBD o cannabidiolo, è un cannabinoide non psicoattivo della pianta di cannabis che viene usato per il trattamento di diverse malattie ed è utile nella terapia del dolore. Tuttavia, il CBD è anche usato per migliorare il nostro benessere generale e migliorare anche le vostre esperienze sessuali.

CBD e Disfunzione Erettile

Nell’uomo il CBD contrasta la disfunzione erettile grazie alla sua capacità di riparare i danni ai tessuti e migliorare il flusso di sangue ai genitali. Inoltre, la capacità energizzante del CBD conferisce una marcia in più in questo campo. La disfunzione erettile, o impotenza, colpisce il 10% della popolazione maschile, è causata solitamente dall’invecchiamento naturale degli uomini. Il processo di invecchiamento crea una tossina chiamata diossina, che contribuisce alla comparsa della disfunzione erettile. Questo, tuttavia, può essere invertito con l’aiuto di CBD, che riduce la diossina dal corpo. Altre cause possono essere legate ad una vita sregolata, che causa un calo di ormoni sessuali (testosterone) ed un aumento di ormoni legati allo stress (cortisolo). I prodotti a base di CBD intervenendo per regolarizzare il sistema endocrino, sono in grado di far riacquistare più in fretta la giusta regolarità ormonale, ma tale rimedio dev’essere sempre accompagnato dal recupero di abitudini sane, in particolare per ciò che concerne la dieta, il sonno e l’attività fisica.

Fonte e Link: Studio del National Institute of Mental Health

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27884725/

La libido dipende molto dal benessere generale e dalla salute ma questo non vuol dire che il CBD non possa esserci di aiuto. Ci sono molti studi in corso che stanno esaminando la relazione del CBD con il sonno. Un buon sonno è una parte essenziale di uno stile di vita sano che favorisca il mantenimento di una soddisfacente desiderio sessuale.

Il CBD aiuta a migliorare le sensazioni e l’equilibrio mentale

Avere rapporti sessuali soddisfacenti non è una questione automatica o puramente fisica. La componente principale scaturisce dal desiderio sessuale, i due sistemi corporei devono funzionare correttamente: quello fisico e quello mentale.

Un soggetto è, inoltre, continuamente sottoposto a due stimoli: l’inibizione e l’eccitazione sessuale. Che si autoregolano solitamente tra loro a seconda dei momenti.

Il CBD aiuta questi due sistemi a lavorare insieme per ridurre gli effetti dello stress. Perciò chi assume CBD pensa in maniera più chiara, equilibrata ed è meno nervoso.

Fonte e Link: Studio pubblicato su FORBES nel Settembre 2018

https://www.forbes.com/sites/sarabrittanysomerset/2018/09/10/new-studies-show-that-marijuana-enhances-and-increases-sex/?sh=3200682e29d2

Studio del Journal of Sexual Medicine (JSM)

https://www.jsm.jsexmed.org/article/S1743-6095(17)31417-0/fulltext

ANSIA DA PRESTAZIONE

Molte patologie e disturbi legati al sesso sono di natura psicologica, derivano cioè dalla nostra mente che, generando ansie e paranoie, si ripercuote negativamente sul nostro corpo ed in particolare sulle prestazioni sessuali. Molto più evidente e riscontrato negli uomini è il problema dell’ansia da prestazione, risolvibile o comunque attenuabile tramite l’assunzione di prodotti a base di CBD, come ad esempio l’olio al CBD (LINK), particolarmente indicato per le sue proprietà ansiolitiche e rilassanti.

IL DOLORE

Ci sono alcune persone che durante il sesso provano fastidio o dolore. Ciò tuttavia, può essere ridotto o evitato usando prodotti a base di CBD. Le donne che soffrono di secchezza vaginale possono usare oli ricchi di CBD come lubrificante. Altri prodotti a base di CBD che vengono invece assunti per ingestione aiutano anche a migliorare la circolazione del sangue, facilitando l’irrogazione degli organi sessuali. Utilizzare entrambe le tipologie di prodotti apporta entrambi i benefici sul soggetto che li assume, rende il rapporto sessuale più agevole e, auspicabilmente, meno doloroso. Anche per questo il CBD è consigliato alle donne che si avvicinano o stanno attraversando la menopausa e non vogliono rinunciare alla loro regolare attività sessuale.

Come anticoagulante ed antidolorifico è in grado di ridurre emicranie e fastidiosi mal di testa che, iconicamente e non senza una certa ironia, rappresentano la scusa tipica per evitare di avere rapporti col proprio partner.

UTILIZZO DI LUBRIFICANTI AL CBD

Recenti studi confermano come il CBD sia un valido lubrificante per ridurre l’infiammazione cutanea e aumentare i livelli di serotonina, aiutando il corpo ad aumentare la sensibilità e quindi aumenta il piacere quando viene raggiunto l’orgasmo.

Anche se l’utilizzo di prodotti a base di CBD aumenta di giorno in giorno, devono essere svolti studi più approfonditi, quello della sperimentazione del CBD sul sesso resta un campo ancora tutto da scoprire.

Approfondimenti da fonti esterne:

  1. The role of the endocannabinoid system in female reproductive tissues | Journal of Ovarian Research | Full Text https://ovarianresearch.biomedcentral.com
  2. Understanding the Role of Serotonin in Female Hypoactive Sexual Desire Disorder and Treatment Options – PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
  3. The use of cannabinoids for sleep: A critical review on clinical trials – PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
  4. https://www.psychologytoday.com/us/blog/the-truth-about-exercise-addiction/201808/the-connection-between-sex-and-sleep
  5. Endogenous cannabinoids: metabolism and their role in reproduction – PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
  6. Effects of cannabinoids on testosterone and protein synthesis in rat testis Leydig cells in vitro – PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
  7. Neural basis of anxiolytic effects of cannabidiol (CBD) in generalized social anxiety disorder: a preliminary report – PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
  8. Use of cannabidiol in anxiety and anxiety-related disorders – PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
  9. The Role of Selective Serotonin Reuptake Inhibitors in Premature Ejaculation – European Medical Journal https://www.emjreviews.com
  10. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5470879/

Liberatoria: Questo contenuto è solo per scopi didattici. Le informazioni fornite sono state tratte da fonti esterne.

Cannabis compound stops coronavirus in test tube, but can it treat Covid?

Fonte: India Today del 29 Gennaio 2022

  • Early research suggesting that a popular non-psychoactive compound derived from marijuana might help prevent or treat Covid-19 warrants further investigation in rigorous clinical trials, researchers say.Several recent cannabidiol, or CBD, laboratory studies have yielded promising results, attracting media attention.However, many other potential Covid treatments that showed promise in test tubes, ranging from hydroxychloroquine to various cancer and other disease treatments, ultimately failed to show benefit for Covid-19 patients when studied in clinical trials.

Le prime ricerche che suggeriscono che un popolare composto non psicoattivo derivato dalla marijuana potrebbe aiutare a prevenire o curare il Covid-19 richiedono ulteriori indagini in rigorosi studi clinici, affermano i ricercatori.

Diversi recenti studi di laboratorio sul cannabidiolo, o CBD, hanno prodotto risultati promettenti, attirando l’attenzione dei media.

Tuttavia, molti altri potenziali trattamenti Covid che hanno mostrato risultati promettenti in provetta, che vanno dall’idrossiclorochina a vari trattamenti per il cancro e altre malattie, alla fine non sono riusciti a mostrare benefici per i pazienti Covid-19 quando studiati negli studi clinici.

https://www.indiatoday.in/coronavirus-outbreak/video/cannabis-compound-stops-coronavirus-in-test-tube-but-can-it-treat-covid-1906012-2022-01-29

Referendum, via libera a 5 quesiti sulla giustizia. Bocciato quello sulla responsabilità civile dei giudici. Cannabis inammissibile

di Liana Milella Fonte: Repubblica 16 Febbraio 2012

Via libera della Corte costituzionale a cinque dei sei referendum abrogativi sulla giustizia. Gli italiani potranno votare per cancellare la legge Severino sulla incandidabilità e decadenza di parlamentari e uomini di governo condannati a 2 anni, sulla separazione delle carriere dei magistrati, sulla stretta alla custodia cautelare, sul via libera alle candidature per il Csm senza bisogno di un numero di firme tra 25 e 50 e sul voto degli avvocati nei consigli giudiziari sulle valutazione dei magistrati. Sono cinque dei 6 referendum proposti dalla Lega e dal partito Radicale, ma presentati da otto Regioni governate dal centrodestra. La Consulta ha giudicato inammissibile, invece, il quesito sulla responsabilità civile diretta dei magistrati e quello sulla cannabis, una bocciatura che arriva il giorno dopo il no al referendum sull’eutanasia.

A spiegare le decisioni della Corte Costituzionale è stato il suo neo presidente Giuliano Amato che è tornato proprio sul tema del fine vita: “Leggere o sentire – ha sottolineato – che chi ha preso ieri la decisione sull’eutanasia non sa cosa sia la sofferenza mi ha ferito. La parola ‘eutanasia’ ha portato a tutto questo. Il referendum era sull’omicidio del consenziente, che sarebbe stato lecito in casi ben più numerosi e diversi dall’eutanasia”. L’altro referendum delicato, quello sulla cannabis, è stato bocciato perché – ha proseguito Amato – “non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti. Si faceva riferimento a sostanze che includono papavero, coca, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali”. E prosegue: “Il quesito era articolato in 3 sotto quesiti. Il primo relativo all’articolo 73 comma 1 della legge sulla droga prevede che scompare tra le attività penalmente punite la coltivazione delle sostanze stupefacenti di cui alle tabelle 1 e 3, ma la cannabis è alla tabella 2, quelle includono il papavero, la coca, le cosiddette droghe pesanti – già questo è sufficiente per farci violare obblighi internazionali plurimi che abbiamo e che sono un limite indiscutibile dei referendum. E ci portano a constatare l’inidoneità dello scopo perseguito”, conclude.

Secondo il presidente della Corte Costituzionale “i temi valoriali sono i più importanti e sono quelli che dividono la nostra società. Il nostro parlamento sarà che è troppo occupato dalle questioni economiche ma forse non dedica abbastanza tempo a cercare di trovare le soluzioni. I parlamentari lavorano ma hanno grosse difficoltà a mettersi d’accordo su questi temi. È fondamentale che in Parlamento capiscano che se questi escano dal loro ordine del giorno possono alimentare dissensi corrosivi della coesione sociale”.

Ora, sui cinque referendum dichiarati ammissibili, si voterà in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi. A indire la consultazione sarà un decreto del Presidente della Repubblica dopo la decisione sulla data del Consiglio dei ministri. Tuttavia, se prima del giorno in cui è previsto lo svolgimento del referendum il Parlamento abroga le norme oggetto della consultazione, l’Ufficio centrale per il referendum dichiara che le operazioni relative non hanno più corso.

Referendum cannabis, l’appello di Walter De Benedetto: “Andiamo a votare e cambiamo questo Paese”

Da Repubblica 16 Febbraio 2022

“Ho firmato i due quesiti con la speranza che cambi qualcosa. Bisogna adesso andare a votare e cambiare le cose in maniera civile”. Walter De Benedetto, malato gravemente di artrite reumatoide e diventato simbolo delle difficoltà dei pazienti in cura con cannabis terapeutica, racconta le sue sensazioni rispetto ai referendum su cannabis ed eutanasia. “Sono stufo che qualcuno paragoni l’erba alla droga”, spiega De Benedetto, che nel 2019 finì a processo per spaccio dopo che i carabinieri di Arezzo avevano trovato nella sua serra numerose piante di cannabis. “Quella che mi passava lo Stato non mi bastava e io – ricorda – ho cominciato a farmela da solo. Anche per trasgredire una legge che mi sembrava stupida”. Assolto, come da richiesta del pm, Walter ha proseguito la sua campagna di sensibilizzazione sul tema della cannabis con Meglio Legale. E sull’eutanasia è molto franco: “Se ci ho pensato? Certo, è normale, ma in passato. Quelli son pensieri che uno fa quando si sente finito. E io quei pensieri non li faccio più”.

Di Andrea Lattanzi

https://video.repubblica.it/politica/referendum-cannabis-l-appello-di-walter-de-benedetto-andiamo-a-votare-e-cambiamo-questo-paese/408249/408958

Cannabis terapeutica, l’appello di Emma Bonino a Mattarella: «È un diritto, il dolore non aspetta»

Tratto da Il Messaggero 8 Aprile 2021

«Non ho mai creduto agli appelli come strumento di pressione politica, ma per il caso di Walter De Benedetto è importante fare un’eccezione. Si tratta di una crudeltà non necessaria. Questi dolori di centinaia di malati nel nostro paese, inutili e crudeli, non devono ripetersi. Presidente, se può, quando può, come può, intervenga lei» Lo ha detto Emma Bonino in un video messaggio inviato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La Senatrice si è fatta portavoce e prima firmataria dell’appello che l’uomo, affetto da oltre trenta anni da una grave forma di artrite reumatoide, aveva rivolto lo scorso 20 ottobre, grazie al sostegno di Meglio Legale, alla massima carica dello Stato. Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

Io sto con Walter

La battaglia di Walter De Benedetto con MEGLIO LEGALE

Caro Presidente Mattarella, 

mi appello a Lei perché un anno fa ho provato a rivolgermi alle Istituzioni, quella volta sono venuto fino a Roma dopo un viaggio difficoltoso ma per me pieno di speranza

La mia richiesta di aiuto è anche un atto di accusa contro un Paese che viola il mio diritto alla salute, il mio diritto a ricevere cure adeguate per mio dolore. Che è un diritto garantito dall’articolo 32 della Costituzione. 

E non solo non mi garantisce questo diritto fondamentale, ma mi persegue davanti alla legge per aver provato a risolvere da me il mio stato di necessità. Oggi oltre ad essere malato e inchiodato a un letto sono anche indagato davanti al tribunale di Arezzo per coltivazione di cannabis. 

Caro Presidente, mi appello a Lei perché non ho più tempo per aspettare i tempi di una giustizia che ha sbagliato il suo obiettivo, e non ho più tempo di aspettare le ragioni di istituzioni così caute da essere irresponsabili. Il dolore non aspetta.

Mi sono già rivolto al nostro governo, e al presidente della Camera lo scorso anno: da allora la mia malattia è andata veloce ed è andata veloce anche la giustizia: così mi trovo indagato per le piante di cannabis coltivate nel mio giardino con l’aiuto di un amico.  Chi non è andato affatto veloce, e anzi è rimasto fermo, è questo governo e questo Parlamento.

La mia malattia si chiama ‘Artrite reumatoide’, mi è stata diagnosticata a sedici anni dopo tre mesi di febbre altissima. Si tratta di una malattia degenerativa e negli ultimi anni è avanzata a grandi passi, costringendomi a letto e soprattutto costringendomi a sopportare un dolore non sopportabile eppure continuo. Non c’è una cura per la mia malattia, ma c’è il modo di soffrire un po’ meno. E con la cannabis io riuscivo a soffrire un po’ meno. Ma, anche se ne ho diritto e se ho una prescrizione medica che me lo consente, non riesco a ottenere la quantità giusta che mi occorre per affrontare il dolore che quotidianamente mi accompagna.

Per questo ho deciso di fare da me, visto che l’aumento delle dosi di cannabis terapeutica mi stava aiutando ho deciso di violare la legge assumendomene tutte le responsabilità. Ho deciso di coltivare delle piante di cannabis nel mio giardino perché io al mercato nero non ci vado, alla criminalità organizzata non darò mai un centesimo.

Oggi sono senza terapia e per giunta sono indagato e rischio il carcere.Il sistema è stato rapidissimo ad applicare la legge, i Carabinieri sono stati ineccepibili e molto sensibili con me. Io mi chiedo: dov’è il Parlamento quando deve difendere e migliorare le sue leggi?

La cannabis è illegale nel nostro paese, e questo fa sì che ancora oggi rimangono tabù sul suo utilizzo medico. Per come la vedo io, Presidente, ad essere illegale dovrebbe essere solo il dolore.

Caro Presidente, io rimango, nonostante tutto, aggrappato alla vita. Ma il dolore non aspetta. Ed è un vostro dovere istituzionale confrontarvi con questa mancanza.

Deliberazione della Giunta Regionale 15 febbraio 2016, n. 24-2920

REGIONE PIEMONTE BU8S1 25/02/2016 -Indirizzi procedurali ed organizzativi per l’attuazione della Legge Regionale n. 11 del 15 giugno 2015 – Uso terapeutico della canapa

A relazione dell’Assessore Saitta:
Con la Legge Regionale n. 11 del 15 giugno 2015, la Regione Piemonte ha approvato l’uso
terapeutico della canapa e dei principi attivi cannabinoidi, nell’ambito del Servizio Sanitario
Regionale, nel rispetto della normativa nazionale in materia e, in particolare, del Decreto del
Presidente della Repubblica n. 309 del 9 ottobre 1990, recante “Testo unico delle leggi in materia di
disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi
stati di tossicodipendenza”, del Decreto Legislativo n. 219 del 24 aprile 2006, “Attuazione della
direttiva 2001/83/CE (e successive direttive di modifica) relativa ad un codice comunitario
concernente i medicinali per uso umano, nonché della direttiva 2003/94/CE”, del Decreto Legge n.
23 del 17 febbraio 1998, recante disposizioni urgenti in materia di sperimentazioni cliniche in
campo oncologico e altre misure in materia sanitaria, convertito con modificazioni dalla Legge n.
94 dell’8 aprile 1998 e del Decreto ministeriale 11 febbraio 1997 (modalità di importazione di
specialità medicinali registrate all’estero). …………………. (vedi PDF Completo)