Assolto inventore cannabis light: “Non era spaccio, ma ora un decreto vieta le infiorescenze”
Rassegna Stampa: 30 Maggio 2025 di Viola Giannoli – Fonte Repubblica – https://www.repubblica.it/cronaca/2025/05/30/news/assolto_inventore_cannabis_light_luca_marola_spaccio-424638116/?ref=RHLM-BG-P18-S1-T1-fattidelgiorno3

Dopo sei anni cade l’accusa per Luca Marola, parmigiano: “Una inchiesta grottesca non poteva portare ad altro che questo”
L’uomo che in Italia ha inventato la cannabis light è innocente. Luca Marola, 48 anni, parmigiano, il primo a dare un nome commerciale alle infiorescenze essiccate di piante con quantità estremamente basse di Thc (il tetraidrocannabinolo, responsabile dell’effetto psicoattivo) e ricche di Cbd (il cannabidiolo, dall’effetto rilassante simile alla camomilla), è stato assolto. “Una inchiesta grottesca non poteva portare ad altro che questo”, commenta lui appena uscito del tribunale di Parma.
Ci sono voluti sei anni, tre di inchiesta e tre di processo, per dire che “il fatto non sussiste”. Quale fatto? Marola era alla sbarra dal 3 novembre del 2022 perché accusato di spaccio, rischiava 6 anni di carcere. Nel 2017 aveva iniziato a produrre cannabis light, aveva presentato questi barattolini di infiorescenze coltivati da altri ma confezionati e venduti da lui con il marchio Easy Joint a una fiera di settore e aveva vinto il premio come prodotto innovativo. Si poteva fare?
I fiori di canapa non erano illegali di per sé perché avevano un The inferiore allo 0,2%, ampiamente i limiti di legge. Ma al tempo stesso la legge 242 del 2016 sulla canapa, nata per incentivarne la filiera, ha una lacuna: non vengono citate le infiorescenze, il prodotto più importante. Anche per questo, come provocazione giuridica, Marola aveva iniziato a vendere il fiore di canapa industriale, la cui coltivazione era lecita. In pratica vendeva un prodotto non vietato, ma ignorato dalla legge, che non era esplicitamente illegale e al tempo stesso non era chiaramente lecito.
Marola si chiedeva: se la cannabis light non ha effetto drogante come può ricadere nel Testo unico sulle droghe e dunque essere vietata? La procura di Parma la pensava invece diversamente sostenendo che la destinazione d’uso di quella coltivazione non fosse legale. Ma ha vinto Marola.
Le motivazioni si conosceranno entro tre mesi ma intanto Easyjoint racconta: “Già alla nostra fondazione, nel 2017, avevamo dichiarato che il nostro obiettivo e la nostra ragion d’essere erano e sono il pieno riconoscimento della liceità della vendita del fiore di canapa. Ci abbiamo provato senza successo con la politica e con le istituzioni, ci siamo riusciti nel primo processo penale”.
Il paradosso è che se fino a pochi mesi fa questa vittoria poteva essere decisiva per l’intero comparto (10 mila posti di lavoro, mille negozi e 150 milioni di euro potenziali) con il nuovo decreto del governo Meloni che rende illegale la produzione e la vendita del fiore, spiega Marola, “è solo una tappa, decisiva ma non risolutiva, del percorso che deve pertanto proseguire”.
Intanto si fa festa. Anche se Marola ha parole durissime per il procuratore di Parma Alfonso D’Avino, parlando di “barbarico abuso di potere” e di “scorribande giudiziarie”. “L’assoluzione così cristallina – afferma – non può nascondere comunque il gigantesco torto subito: oltre 2 milioni di euro di magazzino distrutti senza alcuna ragione, l’azienda pioniera della cannabis light e prima in Italia per fatturato cancellata senza alcuna ragione, cinque anni di mancato guadagno senza alcuna ragione, sei anni di calvario giudiziario senza alcuna ragione, spese legali per difendermi da accuse che non avevano alcuna ragione d’esistere”.