Coffee-shop a Berlino: Così la Germania punta sulla marijuana libera

Rassegna Stampa 05 DICEMBRE 2021 Tonia Mastrobuoni Fonte:

https://www.repubblica.it/esteri/2021/12/05/news/coffee-shop_a_berlino_cosi_la_germania_punta_sulla_marijuana_libera-329087486/

Il governo Scholz ha accettato la proposta dei Verdi sulle droghe leggere. Obiettivo: battere la criminalità. E lo Stato incasserà 5 miliardi all’anno
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05 DICEMBRE 2021PUBBLICATO PIÙ DI UN ANNO FA 2 MINUTI DI LETTURA
BERLINO – A Berlino basta un ordine piazzato su Telegram e lo spacciatore compare sotto casa neanche un’ora dopo. E il catalogo è ricco, corredato di faccine ridenti, fulmini, cuoricini o – adesso che è stagione – alberi di Natale. Ecstasy, cocaina, metanfetamine, marijuana e hashish sono acquistabili in un battibaleno, in orari d’ufficio e la sera. In genere, a prezzi modici. Ma sono operazioni totalmente illegali e sostanze dalla qualità mai controllabile. È uno dei motivi per cui i Verdi tedeschi spingono dal 2015, dalla proposta di un Cannabiskontrollgesetz (Legge di controllo della cannabis), per una liberalizzazione delle droghe leggere, che sul mercato nero finiscono spesso per essere mescolate a sabbia, vetro, piombo e altre sostanze poco salutari. E ora che stanno per tornare al governo dopo sedici anni di apnea all’opposizione, i Verdi hanno vinto la loro battaglia. 

Nel contratto di coalizione del nuovo esecutivo “semaforo” (Spd, Verdi, Liberali) c’è scritto nero su bianco che il governo di Olaf Scholz liberalizzerà la cannabis “per uso ricreativo” (dal 2017 è già decriminalizzata per uso medico). La Germania si accinge così a diventare il paradiso della marijuana libera. 
Quando la legge passerà, a Hannover o Monaco, a Oberammergau, a Osnabrück fioccheranno negozi e coffee-shop con commessi che nella migliore delle ipotesi racconteranno a un pubblico rigorosamente adulto le varietà di sativa o indica come un enologo racconta la differenza tra un barbera e un nebbiolo.

Robert Habeck, leader dei Verdi, ha ricordato che un mercato controllato “stroncherebbe il mercato nero e garantirebbe allo Stato abbastanza soldi per finanziare campagne di informazione e di prevenzione”. L’Università Heinrich Heine di Düsseldorf ha calcolato che garantirebbe 3,7 miliardi di euro di introiti fiscali in più, 1,3 miliardi di euro di risparmi sulla sicurezza e 27mila nuovi posti di lavoro in più. Quasi cinque miliardi di euro che il governo tedesco si ritroverà in tasca ogni anno.
E poi c’è il discorso della criminalità. Vero, nella capitale europea del divertimento devi proprio fumare una canna davanti a un poliziotto per essere sanzionato. E in ogni caso, se dimostri di avere meno di 15 grammi di droga in tasca, te ne torni tranquillo a casa. Ma in un alcune aree devastate dallo spaccio come il Görlitzer Park, l’iper accomodante amministrazione Verde di Kreuzberg si è inventata un’esilarante soluzione per limitare l’invasione degli spacciatori e contenere la rabbia crescente di tanti abitanti del quartiere che vorrebbero portare i figli al parco. Hanno disegnato delle strisce rosse a terra e confinato gli spacciatori dietro le linee. È chiaro che una liberalizzazione della cannabis darebbe anche una bella botta alla criminalità.

Negli Stati Uniti, dove è legale in 21 Stati, uno studio ha scoperto che in quelle aree le rapine sono diminuite del 26%, gli omicidi e le violenze dell’11%. E un’altra notizia positiva che arriva dal Rapporto sulle dipendenze 2019 (Epidemiologicher Suchtsurvey) dimostra che non c’è alcuna prova che il consumo di cannabis porti ad assaggiare l’eroina o altre droghe pesanti. L’equazione “si comincia con una canna, si finisce a farsi le pere”, sventolata spesso da alcuni politici (anche italiani), non avrebbe alcun fondamento scientifico.