In Ricordo Di Franco Casalone

A un mese di distanza dalla scomparsa del nostro Presidente Onorario

Il nostro grande amico Franco Casalone che ci ha lasciato prematuramente nella notte del 17 settembre 2023 all’età di 64 anni, ci lascia un enorme eredità.

Franco il guru della canapa si è spento a causa di un’infezione presa a seguito di un’operazione dovuta ad un cancro ai reni.

Lui è stato il vero pioniere della cannabis, dedicando tutta la sua vita alla lotta contro il proibizionismo e allo studio della pianta di marijuana, esperto conoscitore dalla storia della pianta e dei suoi benefici.

Franco è stato il maggior attivista e coltivatore di marijuana in Italia e tra i più esperti in tutto il mondo. Ha dedicato la sua vita a studiare la pianta di marijuana e i suoi benefici.

Ha contribuito a tramandare la tradizione Himalayana della lavorazione del Charas oltre che a campionare migliaia di genetiche di marijuana del posto.

Per questo ha vissuto ben 10 anni in India a Malana facendosi amabilmente accettare dalla popolazione autoctona del luogo, dove nessun altro da fuori ci era riuscito, apprendendo la lingua e le tradizioni locali.

Fra le tante cose fatte da Franco Casalone ricordiamo la collaborazione con Strain Hunters, per cui ha lavorato.

Della Strain Hunters faceva parte anche Franco Loja venuto a mancare nel 2017, ma rimane mitica la puntata della spedizione in India, in cui sono presenti entrambi.

Ricordarli felici tra le piante che hanno sempre amato nella giungla Indiana di Malana, mentre mostrano tutta la passione per il loro lavoro e per la “Pianta”, come la chiamava spesso Franco.

Cannabis light, il Tar del Lazio sospende il decreto: i prodotti per uso orale a base di Cbd possono essere venduti

Rassegna Stampa: 05 OTTOBRE 2023 – di Valeria Teodonio – Fonte:

https://www.repubblica.it/cronaca/2023/10/05/news/cannabis_light_decreto_sospeso_tar_vendita_prodotti_cbd-416930460/?ref=RHLF-BG-I416931295-P20-S1-T1

Il giudice ha stabilito che non si può bloccare il commercio nè procedere con i sequestri della merce

Il Tar del Lazio ha bloccato il decreto del governo Meloni (entrato in vigore il 22 settembre scorso) che equiparava i prodotti a uso orale di Cbd a sostanze stupefacenti. Il provvedimento – ora sospeso fino al 24 ottobre – inseriva “le composizioni per uso orale”, ovvero da ingerire, “a base di cannabidiolo estratti dalla cannabis” nella tabella dei medicinali sezione B del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope. E stabiliva che la vendita era vietata: quei prodotti potevano essere comprati solo in farmacia, con ricetta.

Da quel momento erano scattati i sequestri delle forze dell’ordine, perché anche la detenzione nei punti vendita era diventata illegale. Ma il Tar ha accolto la richiesta di sospensione urgente del decreto degli operatori del settore – presentata da Ici (Imprenditori Canapa Italia) con l’assistenza dello studio Prestige-Legal & Advisory – nel quale si sostiene che non sono arrivati i parerei scientifici necessari, come quello del Consiglio Superiore di Sanità, per stabilire che si tratti di sostanze stupefacenti. Quindi, in attesa di decidere se effettivamente quei prodotti possono equipararsi a uno stupefacente, e in conseguenza dei gravi danni causati dal blocco delle vendite e dai sequestri della merce, ha stabilito la sospensione. Dunque per ora i prodotti possono tornare in vendita e non si può procedere a sequestri. 

“Si tratta del miglior risultato che potevamo ottenere – è il commento di Raffaele Desiante, presidente dell’associazione Ici – ora aspettiamo la conferma della Camera di consiglio il 24 ottobre. In queste settimane abbiamo subito diversi sequestri e le conseguenze di una situazione assurda, perché era vietata la detenzione ma anche lo smaltimento. Quindi eravamo bloccati un un limbo legislativo. Per prodotti che in realtà sono privi di efficacia drogante”.

Il ricorso inoltre sottolineava come la giurisprudenza comunitaria ha escluso che il Cbd possa costituire uno stupefacente, anche in seguito alle posizioni assunte, sul tema, dall’organizzazione Mondiale della Sanità.

Il decreto era stato pubblicato il 21 agosto scorso in Gazzetta ufficiale, a firma del ministro della Salute Orazio Schillaci che sbloccava un atto identico che il suo predecessore, Roberto Speranza, aveva emanato e poi congelato in attesa di ulteriori approfondimenti scientifici sulla materia.