Far West CBD, sempre più pagliacciata all’italiana

Rassegna Stampa: Marco Ribechi del 30 Gennaio 2024 – Fonte Soft Secrets – https://softsecrets.com/it/articolo/far-west-cbd-sempre-piu-pagliacciata-allitaliana

Il Tar del Lazio ha rinviato l’udienza al 24 settembre 2024 per permettere al Ministero di presentare nuove prove per bloccarne la somministrazione orale. Un’altra tesserina di una farsa tutta italiana


La nuova data per discutere di Cbd è il 24 settembre. Fino a quel giorno nulla cambierà per i produttori e per i venditori. Dopo gli appuntamenti di agosto, ottobre e gennaio ancora non si riesce a prendere una decisione su un argomento così evidente.

Infatti, la richiesta di agire contro il Cbd non regge ma il Governo avrà altro tempo per cercare di tirare fuori qualche straccio di prova.

Il Tar del Lazio, con una nuova sentenza pubblicata il 22 gennaio 2024 ha deciso di rinviare l’udienza pubblica di circa 8 mesi. Entro questa data l’Istituto Superiore di Sanità dovrebbe essere in grado di emanare un nuovo parere sul tema, permettendo di avere più chiarezza su un argomento che, purtroppo, è già chiaro a tutti tranne che all’attuale Governo. Infatti l’Italia è praticamente uno dei pochissimi paesi al mondo dove si cerca di colpire il Cbd e la sua filiera produttiva mentre, praticamente ovunque, è venduto come qualsiasi altro bene di consumo. 

«Da un punto di vista procedurale non c’è nulla di irregolare – spiega l’avvocato Giacomo Bulleri, uno dei massimi esperti in Italia in materia – al di là del ricorso bisogna comunque ricordare che la questione è limitata a un fenomeno ristretto, ovvero la somministrazione per uso orale. Per avere una soluzione effettiva bisogna aspettare che si pronunci anche l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare sull’argomento Novel food, ovvero sui nuovi alimenti, la verità è che ciò che resta fondamentale è proprio questa decisione al livello europeo».

Mentre il Tar ha deciso di andare incontro al Ministero e attendere ulteriore prove, gli Imprenditori Canapa Italia chiedevano di andare a sentenza (ovvero chiudere la discussione una volta per tutte) convinti che, giustamente, la bontà di un decreto deve valere al momento in cui è presentato e non essere negoziata attraverso la presentazione di prove ad oltranza. 

Aspettiamo con ansia la prossima puntata di questa Soap Opera del Governo Meloni.